Ernia iatale, la cura e i trattamenti

Ernia iatale: non si tratta di un disturbo diffusissimo, ma certamente molto fastidioso e con sintomatologie e conseguenze diverse a seconda del tipo di diagnosi. L’ernia iatale è una condizione anatomica costituita dal passaggio di una parte dello stomaco nel torace. La sua formazione è dovuta al rilassamento delle pareti dello iato, piccola apertura del diaframma attraverso cui passa l’esofago.

Alcuni dati sull’ernia iatale: si stima che in Italia circa il 15% della popolazione abbia un’ernia iatale, ma la percentuale sale dopo i 50 anni, fino ad arrivare alla quasi totalità delle persone di oltre ottant'anni.

Nei casi più gravi l’ernia si affronta attraverso delle operazioni. Le chirurgie per il trattamento delle ernie a Roma sono di due tipi: la laparoscopia, un intervento poco invasivo con qualche incisione di un centimetro a livello dell’ombelico e del fianco destro e sinistro; la chirurgia a cielo aperto comporta invece un'incisione di diversi centimetri in sede inguinale.

E’ a discrezione del chirurgo decidere il tipo di intervento in base al grado di severità dell'ernia; in ogni caso l'operazione, eseguita in anestesia locale e sedazione, garantisce la risoluzione definitiva del problema. In molti casi, il trattamento si effettua in Day Hospital, ovvero in una sola giornata o trattenendosi solo una notte in ospedale.

L’ernia iatale: sintomi e reflusso gastroesofageo

L’ernia iatale può essere asintomatica; in altri casi può manifestarsi con sintomi riconducibili a difficoltà di digestione o al reflusso gastroesofageo, con risalita nell’esofago di acidi gastrici, bruciore, rigurgito e dolore toracico. Inoltre, chi soffre di ernia iatale ha la sensazione di percepire i battiti cardiaci dopo aver mangiato come delle palpitazioni.

Una delle criticità di chi soffre di ernia iatale è non avvertire alcun tipo di disturbo. In altri casi, i sintomi sono associati all’eventuale presenza di reflusso gastroesofageo, che si manifesta attraverso bruciore allo stomaco, soprattutto dopo i pasti, rigurgito acido, alito cattivo, eruttazioni frequenti e senso di gonfiore, nausea e difficoltà o dolore nella deglutizione.

Ovviamente quando si manifestano uno o più sintomi è consigliato contattare il proprio medico curante e chiedere un consulto, soprattutto se persistono e non si attenuano nell’arco di qualche settimana.

Un primo approccio terapico può essere l’assunzione, dietro parere medico, di farmaci da banco che se non portano beneficio dovranno lasciare posto a una nuova indagine medica più approfondita, specialmente in caso di dimagrimento, peggioramento nel deglutire, vomito frequente, tracce di sangue nel vomito e dolori nella parte alta dell'addome.

Il reflusso gastroesofageo può essere talvolta favorito dall'ernia iatale, ma non sempre queste due patologie sono correlate tra loro. Nel caso più raro di ernia paraesofagea si può verificare un aumento tale di volume dell'ernia da creare disturbi respiratori e la comparsa di ulcerazioni sanguinanti nello stomaco e di anemia, pertanto è necessario prestare la massima attenzione e intervenire tempestivamente.

Dai sintomi alla diagnosi. Consigli contro l’ernia iatale

La diagnosi di ernia iatale si ottiene eseguendo la gastroscopia, anche se l’esame più indicato ed efficace per misurare l’entità dell’ernia è quello radiologico, in cui il paziente beve una soluzione liquida con bario che contrasta le prime vie digestive.

La terapia che mira a contrastare l’ernia iatale consiste nel trattamento di tutti i disturbi che la riguardano. Il primo accorgimento si riferisce alla consumazione di pasti piccoli e frequenti.

In particolare sarebbe opportuno evitare alcuni alimenti definiti un po’ pericolosi come fritti, piccanti o grassi (salse, burro), cioccolato, menta, caffè, tè, salse di pomodoro, agrumi, insaccati e carne affumicata, formaggi grassi e fermentati, alcolici. Al tempo stesso è importante non cenare troppo tardi, non sdraiarsi immediatamente o mettersi alla televisione dopo il pasto, soprattutto se lo stesso è stato particolarmente abbondante.

Un ulteriore consiglio è quello di smettere di fumare, se si ha questa abitudine, poiché il fumo può danneggiare e irritare ulteriormente l'apparato digerente, peggiorando i disturbi.

Visita gastroenterologica quando si fa e a cosa serve

La visita gastroenterologica viene effettuata dal medico specialista in gastroenterologia, specializzato nello studio e nella cura delle malattie dell’apparato gastrointestinale. Compito del gastroenterologo, oltre a seguire pazienti con patologia già nota, è accertare la natura di alcuni sintomi come dolore e crampi addominali, sensazione di bruciore allo stomaco, diarrea e stitichezza. L’obiettivo della visita gastroenterologica è localizzare o escludere patologie degli organi che caratterizzano l’apparato gastrointestinale e stabilire un percorso terapeutico efficace o prescrivere esami specialistici per gli approfondimenti del caso.